AMBULANTI: BOLKESTEIN, ANCHE FIVA CONFCOMMERCIO LAZIO SUD A MILANO

Ambulanti, il primo incubo resta la direttiva europea Bolkestein. Anche i dirigenti della Fiva Confcommercio Lazio Sud hanno preso parte all’incontro tenutosi a Milano. Un incontro organizzato da Fiva Confcommercio per chiedere con forza di cancellare le disposizioni introdotte con la proroga dell’applicazione della famigerata direttiva Bolkestein al 31 dicembre 2020 e per arrivare subito, con il nuovo Parlamento, a una legge che valorizzi un settore fondamentale del commercio.

Il tira e molla con il governo non è ancora finito, pertanto lo spauracchio delle attività a gara continua ad aleggiare sui mercati.

La recente legge di bilancio 2018 (legge 205/2017) anziché risolvere i problemi della categoria viene vista come un arretramento per le imprese del settore.

Mentre infatti con l’intesa del 5 luglio 2012 tutte le imprese erano su un piano di parità le nuove norme introducono una inaccettabile discriminazione fra impresa e impresa, comprimendone le possibilità di sviluppo.

Basti pensare infatti che, con la nuova legge di bilancio, l’ambulante deve mostrare il proprio reddito familiare, documentare che l’attività d’impresa non è l’unica fonte di reddito per la sua famiglia e nel caso in cui dovesse produrre un reddito inferiore a quello della moglie o figlio che sono impiegati non avrà alcuna priorità e la sua impresa andrà a gara. Così come chi è intenzionato ad affittare la propria imprese deve tenere ben presente che dal 1 gennaio 2019 al 31 dicembre 2020 la conduzione deve essere diretta altrimenti andrà a gara. Stessa sorte per chi vuole espandere la propria attività in altri mercati, con la nuova legge viene definito un certo numero di posteggi sia sullo stesso mercato che in mercati diversi.

Una situazione inaccettabile per la categoria dell’ambulantato che ha così deciso di “unirsi” e far sentire il proprio diniego ad una legge che invece di apportare migliorie e tutele, rispedisce la categoria negli anni in cui per fare l’ambulante occorreva il visto di Pubblica Sicurezza oggi sostituito dal Modello 740.

Ma per capire meglio cosa è successo in questi ultimi anni e perché gli ambulanti oggi chiedono che si torni all’intesa del 2012, ai famosi quaranta punti, facciamo un passo indietro.

Tutto ha avuto inizio nel 2010 con l’art 70 del d.lgs 59 che demandava alla Conferenza Unificata la determinazione dei criteri per il rilascio delle concessioni di posteggio e la disciplina transitoria.

Due anni più tardi, è il 5 luglio 2012, la stessa Conferenza Unificata Stato- Regioni- e Autonomie locali, adotta l’Intesa ai sensi dell’ articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, che stabilisce i nuovi criteri da applicare nelle procedure di assegnazione per i posteggi di aree pubbliche per l’esercizio di commercio. Quest’ultima prevedeva: una durata delle concessioni da 9 a 12 anni, l’attribuzione del 40% del punteggio al concessionario uscente, l’attribuzione di un punteggio per l’iscrizione al Registro Imprese, un massimo di 3+3 posteggi sullo stesso mercato e da ultimo una proroga delle concessioni al 4 maggio 2017 oppure al 4 luglio dello stesso anno.

Proroga che slitterà al 31 dicembre 2018 con il D.L 24 del 2016.

E’ a questo punto che la situazione sprofonda. Il comma 1181 della legge 205/2017 stabilisce: procedure agevolate (esenzione dai bandi) solo per chi ha condotto direttamente l’azienda negli ultimi due anni ed utilizza la concessione come unica o prevalente fonte di reddito per se e i propri familiari. Tutti coloro che non rientrano in queste condizioni vanno a gara. Non solo ma definisce un certo numero di posteggi concedibili allo stesso soggetto nello stesso mercato o in mercati diversi.

Pertanto gli ambulanti ora chiedono la cancellazione di quanto approvato con la legge 205/2017 e il superamento, una volta per tutte, della Direttiva Bolkestein con l’approvazione di una legge più equa e rispettosa delle imprese che definisca il principio della Professionalità maturata sul posteggio, una reale lotta all’abusivismo commerciale e l’adozione di un fisco più equo. “Sono anni che FIVA rappresenta e difende la categoria degli ambulanti e denuncia il rischio reale che corrono gli operatori del commercio su aree pubbliche con il comma 1181”commenta il Presidente di Fiva Confcommercio Lazio Sud Roberto Delle Fontane che avverte “Staremo con i riflettori ben accesi e vigileremo con tutto ciò che è di nostra competenza. Chiediamo che si torni all’Intesa del 5 luglio 2012 perché le nostre imprese necessitano di certezze, di riacquisire i propri diritti e di maggiori tutele per le proprie attività”.

“Sostegno da parte di tutta Confcommercio alla battaglia della Fiva. La presenza di numerosi mercati sui nostri territori richiede un’attenzione particolare da parte del governo mediante l’approvazione di una legge in grado di valorizzare un settore trainante per il mondo del commercio, qual è l’ambulantato. Da tempo come Confcommercio abbiamo intrapreso una serie di iniziative volte a restituire alla categoria la dignità e il giusto valore che merita nel tessuto socio-economico” così il Presidente di Confcommercio Lazio Sud Giovanni Acampora.

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